Passaggio generazionale e patto di famiglia
In Italia il 53% degli imprenditori è over 60 anni e oltre il 90% delle imprese è a conduzione familiare.
La stragrande maggioranza delle imprese non supera il terzo passaggio generazionale.
Pertanto, risulta indispensabile programmare con congruo anticipo la successione aziendale, affinché l’impresa possa continuare a crescere, guidata dalle nuove generazioni.
Tale processo deve essere affrontato analizzando situazioni economiche, e anche personali, molto complesse che necessitano dell’ausilio di più professionisti, al fine di indirizzare l’imprenditore nell’adozione degli strumenti più idonei che l’ordinamento mette a sua disposizione.
Tra gli istituti giuridici che più rilevano in materia di passaggio generazionale, oltre al Trust e all’utilizzo delle società semplici, vi è senza dubbio il “patto di famiglia” che consente all’imprenditore di gestire la successione dell’impresa trasferendo l'azienda o le quote della “società di famiglia” ad uno o più discendenti ben individuati, senza che vi possano essere contestazioni in sede di successione.
Sul piano pratico, il patto di famiglia si propone di consentire al titolare di un’attività economica — gestita direttamente quale imprenditore individuale o attraverso una struttura societaria — di dare una destinazione stabile all’impresa a favore dei propri discendenti, prevenendo eventuali dispute successorie che potrebbero condurre ad una frammentazione e, di conseguenza, alla crisi dell’impresa.
Per valutare la fattibilità del patto di famiglia è tuttavia necessaria un’approfondita indagine circa le condizioni dell’impresa e, nondimeno, del possibile insorgere di conflitti generazionali.